APPASSIONANTE LEZIONE DI G. CENTRODI ALL'UNIVERSITA' DELL'ETA' LIBERA
ANNY CASI UN’ARETINA ECCELSA AL’UNIVERSITA’ DELL’ETA’LIBERA
Il relatore è Giuliano Centrodi,una persona veramente rara ed un studioso con profondissima conoscenza e grande passione per la propria amata arte. Parlo di arte anche se Centrodi è uno studioso; è talmente elevata la conoscenza di Centrodi sulla materia dell’arte orafa che si può veramente parlare di arte. L’arte della parola e della passione per la materia.
Si presenta, semplice e modesto, al nostro redattore con uno scritto rigorosamente redatto a mano che gli avevamo richiesto lo scorso lunedì. Naturalmente andiamo a pubblicarlo, ma vogliamo anche parlare di questa persona perché veramente illustra la nostra comunità scolastica e introduce gli ascoltatori a conoscenze sublimi e ad un modo di rappresentare la storia in una maniera unica e gradevole.
FANNY CASI (AREZZO 1891 – 1975)
Di Giuliano Centrodi- insigne storico dell’arte orafa.
Di famiglia borghese aretina, suo padre era titolare di una nota e avviata armeria in città.Sua sorella, Antonietta, diplomata al Consevatorio di Firenze specializzata in pianoforte. La sorella minore Bianca era acquarellista.
Studia a Firenze, Accademia di Belle Arti, abilitata anche per l'insegnamento del disegno e di Storia dell'Arte ( 1915-1916); all'Accademia studia sotto gli insegnamenti di Galileo Chini. La Casi inizia ad insegnare nelle Scuole medie e nelle Scuole professionali femminili già dagli anni venti.
Nel 1953 il Preside dell'Istituto Professionale "Margaritone", Quinto Nuti, caldeggia l'insegnamento di Oreficeria fra i corsi di quella scuola che aveva orientamenti artigianali e industriali. La professoressa Casi sarà Direttrice artistica del corso orafo e riuscì a portare l'orafo e scultore fiorentino Bino Bini (nel 1955) il qule rese famoso quel corso dove insegnavano, oltre alla Casi, notevoli personalità artistiche come Giuseppe Ursi, Ugo Lani e Alessandro Carloni.
Fra gli allievi della Casi, che insegnava progettazione orafa, sono numerosi quelli che si sono affermati anche con risvolti artistici come Carlo Badii e Fabio Pannacci.
La Casi nel corso della sua lunga vita si è dedicata non solo ai gioielli, ma anche alle arti applicate ; suo fu il progetto del Villino Casi, proprio davanti all'Anfiteatro romano (via Assab) distrutto nell'ultima guerra con tutti i suoi arredi che ella stessa aveva disegnato, dai mobili con intagli e intarsi, alle vetrate istoriate, ai ferri battuti ( lucerne, lampioni, alari, ringhiere ), oltre a dipinti, arazzi e ceramiche realizzati nei laboratori aretini.
Centrodi esordisce con una breve esposizione della Cappella Lapini nel Cimitero di Subbiano, ma, invitato a diffondersi nell'argomento, si schernisce citando uno studioso subbianese Michele Tocchi, il quale tratterà per noi l'argomento. Cita, poi, due grandi del passato e manifesta una grande passione per le loro opere si tratta di Michele di Firenze (solo recentemente definito) e di Parri di Spinello. Questi due artisti hanno lasciato opere nella nostra provincia. Poi ha diffusamente parlato del grande Bino Bini, del Villino all'angolo tra Via Crispi e Via Assab, sempre con grande passione e conoscenza. Esperienze uniche e menti superiori che possiamo ascoltare all'Università dell'età libera; per partecipare contattare Bruna Cipriani o Virgilio Badii responsabili locali della Scuola.